Un matrimonio con il botto… - Milano Trasgressiva

Un matrimonio con il botto… - Milano Trasgressiva


Sono arrivato a quella fase della mia vita in cui, puntuali come ogni anno, piovono inviti su inviti di matrimoni, da grandi amici come da ex compagni di liceo, da vecchie conoscenze come da colleghi di lavoro. Ed è proprio questo il caso delle ultime nozze a cui ho partecipato, con Francesco, un mio co-worker con il quale, per la verità, non vado nemmeno troppo d'accordo, che mi consegna, qualche settimana fa, l'invito in ufficio, quasi inaspettatamente. Su due piedi non sapevo se andare o meno, non ho accompagnatrici con cui presentarmi e, al di fuori di un paio di ragazzi della mia età, non conoscevo molte persone che avrebbero presenziato, tanto meno Ida, la futura moglie di Francesco, che non avevo mai avuto il piacere di incontrare, almeno fino al fatidico giorno del matrimonio, o meglio, la notte... La cerimonia, così come il ricevimento, furono in pompa magna, era evidente a tutti che entrambe le famiglie degli sposi erano benestanti, soprattutto il banchetto era davvero sontuoso, con portate di pesce che si susseguivano e bottiglie di ottimo spumante che venivano stappate in continuazione, il tutto sullo sfondo dello straordinario castello che, per due interi giorni, era a completa disposizione degli ospiti. Non conoscendo praticamente anima viva, l'unica cosa che mi rimaneva da fare era bere qualche bicchiere e osservare i presenti; Ida era davvero una bellissima ragazza, piccolina ma tutto pepe, con quella capigliatura bionda e quegli occhioni verdi che non potevano passare inosservati, ma anche Giorgia, la testimone di nozze, era davvero favolosa, una moretta formosa e spigliata che, iniziate le danze, si scatenò tutta la sera, ballando un po' con tutti e lanciandomi, di tanto in tanto, sguardi maliziosi. La malinconia che mi attanaglia verso la fine di ogni matrimonio la conosco bene, ogni singola volta mi prende, così, complice anche il fatto che avevo bevuto più del dovuto, decisi di approfittare di una delle tante camere messe a disposizione per gli invitati e di restare lì per la notte, a smaltire la sbornia. Quello che non sapevo è che sì, l’ebbrezza l'avrei smaltita, ma non con una bella dormita...
Avevo appena preso sonno quando sentii che qualcuno bussava alla porta; sarà stato il fascino dell'uomo misterioso, che nessuno conosceva, o l'alcol che aveva ingerito senza sosta fin dall'aperitivo, fatto sta che Giorgia era lì, sulla soglia, ed era in compagnia niente meno che di Ida, con quest'ultima che aveva un'aria un po' imbronciata. Erano le tre passate ma entrambe non sembravano avere per nulla sonno, con la novella sposa che, entrata senza invito, si mise su di una poltrona e iniziò a lamentarsi di Francesco, già a letto ubriaco fradicio, che non l'aveva degnata nemmeno di uno sguardo nella loro prima notte di nozze. Giorgia, nel frattempo, chiusa la porta, si era accomodata ai piedi del letto, invitandomi a sedermi di fianco, con un sorriso a cui era impossibile dire di no. Man mano che il frigo bar veniva saccheggiato, l’umore della brava mogliettina sembrava migliorare, e la sua tristezza faceva sempre più spazio ad un mix tra malizia e allegria, con delle punte di vendetta e risentimento verso il marito. Ida ormai era un fiume in piena, non smetteva un attimo di parlare, e gli argomenti erano sempre più espliciti, quando d’un tratto si fece seria e, guardando l’amica dritta negli occhi, pronunciò la fatidica frase, per me indimenticabile: - Se non sono io, qualcuno questa notte, in questo castello, dovrà scopare, me lo fate questo favore? –
Dopo un breve silenzio, queste parole, pronunciate da Ida, mi lasciarono di stucco, non Giorgia però, che sembrava come fosse già al corrente dei piani della sposa, e voleva ad ogni costo soddisfare la sua richiesta, individuando in me la persona ideale con cui divertirsi un po'. Allora era qui che volevano arrivare, non si trattava solo di un modo come un altro di finire la serata, ma di un vero e proprio sfizio che le due volevano togliersi, che sapeva per giunta di ripicca… Non dissi una parola, in fondo credevo ancora fosse uno scherzo giusto per mettere alla prova l'invitato taciturno e solitario, ma quando Giorgia mi si avvicinò all'orecchio e, prendendomi il lobo tra i denti, iniziò ad accarezzarmi la patta, il tutto con Ida che, compiaciuta, se ne stava in silenzio a guardare, capii che, quella notte, di dormire, non se ne sarebbe parlato. Inutile dire che, nonostante avessi bevuto un po', la situazione era talmente eccitante che il mio membro seppe subito comportarsi a dovere, diventando turgido come non me lo ricordavo da un pezzo, desideroso com'era di fare capolino dalle mie mutante, cosa che fece non appena Giorgia lo sfoderò, con risatina soddisfatta da parte di Ida che, la malizia dipinta in volto, non staccava gli occhi da cosa stava succedendo a pochi passi da lei. Le due non erano venute certo a trovarmi per perdere tempo, sembravano aver progettato tutto in anticipo, infatti la damigella d'onore mi spinse subito all'indietro e, sputato con una precisione da professionista sul mio arnese e facendo a meno, quindi, di lubrificanti vari, mi si mise sopra, prendendo a cavalcarmi, dimostrando che proprio tanto damigella non era... Ida, nel frattempo, riusciva a malapena a resistere alla tentazione di toccarsi, anche se la sua mano destra era pericolosamente vicina al suo pube, con le dita che, piano piano, si avvicinavano all'orlo della sua gonna, alzandola sempre di più, man mano che il ritmo di Giorgia si faceva più serrato. Tutti e tre eravamo per lo più ancora vestiti, e l'intralcio dei miei pantaloni tra le mie gambe mi impediva di muovermi a dovere, proprio quello che voleva la mia nuova amichetta, a cui piaceva un mondo avere in mano la situazione, almeno a giudicare dai suoi gemiti affaticati e dal sorriso che accompagnava lo sguardo con cui mi fissava... A me l'alcol, solitamente, fa durare di più a letto, sarà perché la tensione si scioglie, sarà perché subentra quel po' di incoscienza che qualche bicchiere fa apparire dal nulla, fatto sta che, anche quella sera, la cara Giorgia non poté proprio lamentarsi, dato che per tutto il tempo, nonostante il ritmo con cui mi cavalcava fosse forsennato, non diedi cenno di essere sul punto di venire, mentre lei, al contrario, di orgasmi ne ebbe parecchi di fila, ognuno con gemiti più incontrollati del precedente, fino a quando prese la cosa sul personale, e volle farmi esplodere come non mai. Per riuscire nel suo intento, escogitò proprio un bel quadretto, facendo divertire anche Ida che, a quel punto, si stava toccando senza ritegno, lasciandomi intravedere la sua graziosa fessura tra le cosce, destinata al buon Francesco, da parecchio però tra le braccia di Morfeo: si sedette sulla mia faccia e, una volta bella comoda, mi prese la verga in bocca, muovendo al contempo la mano lungo tutta l’asta, per la gioia di Ida, che gemeva sempre più forte, eccitata come non mai da questo magistrale sessantanove. Se solo la fresca sposina avesse avuto un buon sex toy tra le mani, sono sicuro che si sarebbe divertita ancora di più, tanto era presa dalla situazione…
Il sapere di essere l'oggetto delle attenzioni di due belle ragazze, l’una intenta a darmi piacere e l'altra a divertirsi da sola guardandoci, unito al fatto di avere le deliziose grazie della prima a portata di labbra, da stuzzicare come meglio potevo, fecero l'effetto voluta da Giorgia, e il mio orgasmo fu quanto di più forte abbia mai provato, un vero paradiso. Interrompendosi sul più bello, quasi il suo piacere, quella notte, fosse stato secondario, Ida si ricompose in fretta: -Almeno qualcuno, qui, si è divertito! Ciao, Alberto, buona notte e grazie per il piccolo fuori programma! - Così, la sposina si congedò, prendendo Giorgia per mano e trascinandola fuori dalla mia stanza, lasciandomi incredulo, sì, ma anche divertito, un po' per quello che era appena successo, un po' perché, salutandomi, aveva anche sbagliato il mio nome...

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